venerdì 14 dicembre 2012

Presentazione in inglese


Hello!
My name is Ester I'm 13 years old and live in Amandola (brands, italy)
My favorite hobbies are: playing the violin, practicing gymnastics, playing volleyball, listening to music and riding.
I am tall, brown eyes, long brown hair.
Welcome to my blog :)


mercoledì 12 dicembre 2012

Art Nouveau

L'Art Nouveau (Arte Nuova, in italiano) è stata una filosofia e uno stile artistico che interessò le arti figurative, l'architettura e le arti applicate. Ebbe origine e diffusione in Europatra il 1890 e il primo decennio del Novecento.
Il movimento, conosciuto internazionalmente soprattutto con la denominazione francofona, assume localmente nomi diversi ma dal significato di fondo affine, tra i quali: Style GuimardStyle 1900 o Scuola di Nancy (Francia), Arte Modernista o Modernismo in Spagna, Modern Style in Gran Bretagna, Jugendstil ("Stile giovane") in Germania, Nieuwe Kunst nei Paesi Bassi, Styl Młodej Polski (Stile di Giovane Polonia) in Polonia, Style sapin in Svizzera, Sezessionstil in Austria, Secesija in Serbia e Croazia, Modern in Russia. In Italia si diffonderà inizialmente con la denominazione Stile Floreale ma, successivamente, sarà noto come Liberty, dal nome dei magazzini inglesi di Arthur Lasenby Liberty, che vendevano stampe e oggetti erotici che si ispiravano a forme fitofalli, che diverranno tipiche di questa nuova corrente artistica.



Disegni
 

Giuseppe Verdi il nome di un grande!

Biografia:         di più sul sito : www.giuseppeverdi.it
Nato a Le Roncole, vicino a Busseto (Parma), il 10 ottobre 1813 da un oste e da una filatrice, Giuseppe Verdi manifestò precocemente il suo talento musicale, come testimonia la scritta posta sulla sua spinetta dal cembalaro Cavalletti, che nel 1821 la riparò gratuitamente "vedendo la buona disposizione che ha il giovinetto Giuseppe Verdi d'imparare a suonare questo istrumento"; la sua formazione culturale ed umanistica avvenne soprattutto attraverso la frequentazione della ricca Biblioteca della Scuola dei Gesuiti a Busseto, tuttora in loco.


La morte di Verdi, il 27 gennaio 1901, segna la conclusione di un'era della vita italiana; l'apoteosi del suo funerale coincide invece con l'inizio della parabola crescente della fortuna dell'opera sua, mai come oggi viva ed attuale sulle scene di tutto il mondo.


Opere:

La prima sua opera, nata come Rocester (1837), frutto di lunga elaborazione, e poi trasformata in Oberto, conte di San Bonifacio, venne rappresentata alla Scala il 17 novembre 1839, con esito tutto sommato soddisfacente. 



  • -Aida

    -Alzira
  • -Aroldo

    -Attila
  • -Don Carlos

  • -Ernani

  • -Falstaff

  • -Giovanna D'Arco

  • -I due foscari

  • -I lombardi alla prima crociata

  • -I masnadieri

  • -Il corsaro

  • -Il trovatore

  • -Jerusalem

  • -La battaglia di Legnano

  • -La forza del destino

  • -La traviata

  • -Le vépres siciliennes

  • -Luisa Miller

  • -Macbeth

  • -Messa da requiem

  • -Nabucodonosor

  • -Oberto conte di San Bonifacio

  • -Otello

  • -Quattro pezzi sacri

  • -Re Lear

  • -Rigoletto

  • -Simon Boccanegra

  • -Stiffelio

  • -Un ballo in maschera

  • -Un giorno di regno, ossia il finto Stanislao




Rigoletto

Rigoletto è un'opera in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, tratta dal dramma di Victor Hugo Le Roi s'amuse ("Il re si diverte").
La prima ebbe luogo l'11 marzo 1851 al Teatro La Fenice di Venezia.
Con Il trovatore (1853) e La traviata (1853) è parte della cosiddetta "trilogia popolare" di Verdi.
Centrato sulla drammatica e originale figura di un buffone di corte, Rigoletto fu inizialmente oggetto della censura austriaca. La stessa sorte era toccata nel 1832 a Le Roi s'amuse, bloccata dalla censura e riproposta solo 50 anni dopo la prima.
Nel dramma di Hugo, che non piacque né al pubblico né alla critica, erano infatti descritte senza mezzi termini le dissolutezze della corte francese, con al centro il libertinaggio di Francesco I, re di Francia. Nell'opera si arrivò al compromesso di far svolgere l'azione alla corte di Mantova, a quel tempo non più esistente, trasformando il re di Francia nel duca di Mantova, e cambiando il nome del protagonista da Triboulet a Rigoletto (dal francese rigoler che significa ridere).
Intenso dramma di passione, tradimento, amore filiale e vendetta, Rigoletto non solo offre una combinazione perfetta di ricchezza melodica e potenza drammatica, ma pone lucidamente in evidenza le tensioni sociali e la subalterna condizione femminile in una realtà nella quale il pubblico ottocentesco poteva facilmente rispecchiarsi. Dal punto di vista musicale abbiamo, fin dal preludio, il ripetersi costante del Tema della maledizione, la ripetizione della nota Do in ritmo puntato.


 'Aida' alla scala

 ' Le note italiane' a Parigi
          

                                                                                                              DIES IRAE!!! (Verdi dirige la Messa da Requiem)






A trentaquattro anni il compositore ha ormai raggiunto una fama internazionale; le sue opere si rappresentano con frequenza in tutti i teatri del mondo, e vengono commissionate dai principali teatri italiani. 





Nabucco
  


Dramma lirico in quattro parti su Libretto di Temistocle Solera
Prima: Milano, Teatro alla Scala, 9 marzo 1842

Trama:
Parte I Gerusalemme. All`interno del tempio di Gerusalemme, i Leviti e il popolo lamentano la triste sorte degli Ebrei, sconfitti dal re di Babilonia Nabucco, che ora è alle porte della città. Il gran pontefice Zaccaria rincuora la sua gente. In mano ebrea è tenuta come ostaggio, infatti, la figlia di Nabucco, Fenena, la cui custodia Zaccaria affida a Ismaele, nipote del re di Gerusalemme. Questi, tuttavia, promette alla giovane di restituirle la libertà, perché un giorno a Babilonia egli stesso, prigioniero, era stato liberato proprio da Fenena, di lui innamorata. I due stanno organizzando la fuga, quando giunge nel tempio Abigaille, supposta figlia di Nabucco, a comando di una schiera di Babilonesi. Anch`essa è innamorata di Ismaele e minaccia Fenena di riferire al padre che ella ha tentato di fuggire con uno straniero; infine si dichiara disposta a tacere a patto che Ismaele rinunci a Fenena. Ma egli si rifiuta di soggiacere al ricatto. A capo del suo esercito irrompe Nabucco, deciso a saccheggiare la città. Invano Zaccaria, brandendo un pugnale sopra il capo di Fenena, tenta di fermarlo, poiché Ismaele si oppone e consegna Fenena salva nelle mani del padre.
Parte II. L`empio. Nella reggia di Babilonia. Abigaille è venuta a conoscenza di un documento che rivela la sua identità di schiava: dunque erroneamente i Babilonesi la ritengono erede al trono. Nabucco, in guerra, ha nominato Fenena reggente della città e ciò non fa che accrescere l`odio di Abigaille verso di lei. Il gran sacerdote di Belo alleato di Abigaille, riferisce che Fenena sta liberando tutti gli schiavi Ebrei. Abigaille coglie l`occasione e medita di salire sul trono di Nabucco. Zaccaria, intanto, annuncia festante al popolo che Fenena, grazie all`amore di Ismaele, si è convertita alla religione ebraica. Essa viene raggiunta da Abdallo, vecchio ufficiale del re, che svelate le ambizioni di Abigaille, le consiglia di fuggire per non incorrere nella sua ira. Ma non c`è tempo, poiché irrompe Abigaille che ha con sé i Magi, il gran Sacerdote e una folla di Babilonesi. Giunge però, inaspettato, anche Nabucco che si ripone la corona sul capo, maledicendo il dio degli Ebrei. Quindi minaccia di morte Zaccaria. Alla dichiarazione di Fenena che rivela la propria conversione, egli replica imponendole di inginocchiarsi e di adorarlo non più come re, ma come dio. Il dio degli Ebrei lancia un fulmine. Nabucco, atterrito, cade agonizzante, mentre Abigaille si pone sul capo l`agognata corona.
Parte III. La profezia. Orti pensili nella reggia di Babilonia. Abigaille sul trono riceve gli onori di tutte l`autorità del regno. Nabucco tenta invano di riappropiarsi della corona, ma viene fermato dalle guardie. Nel successivo dialogo fra i due, Abigaille ottiene, sfruttando le instabili condizioni mentali di Nabucco, di fargli apporre il sigillo reale convalidante il documento di condanna a morte per gli Ebrei. In un momento di lucidità, Nabucco si rende conto di avere condannato anche la figlia Fenena e inutilmente implora la sua salvezza. Anzi, Abigaille straccia il documento che attesta il suo stato di schiava, dichiarandosi unica figlia ed erede. Ordina infine alle guardie di imprigionere Nabucco. Sulle sponde dell`Eufrate, gli Ebrei invocano la patria lontana e tocca ancora a Zaccaria consolare il suo popolo con una profezia che li esorta ad avere fede.
Parte IV. L`idolo infranto. Dalla propria prigione Nabucco vede tra gli Ebrei condotti a morte anche Fenena. Disperato si rivolge, convertendosi al Dio degli Ebrei. Abdallo e un manipolo di guerrieri rimasti fedeli al re, vedendo Nabucco rinsavire e rinvigorire, decidono di insorgere guidati dal vecchio re. Negli orti pensili risuona una marcia funebre: stanno giungendo gli Ebrei condannati a morte. Zaccaria benedice Fenena martire. Ma all`irrompere di Nabucco, cade l`idolo di Belo e i prigionieri vengono liberati. Nabucco torna sul trono. Abigaille, avvelenatasi, chiede perdono, morente, a Fenena e auspica il matrimonio di lei con Ismaele. Zaccaria predice a Nabucco il dominio su tutti i popoli della terra.

Storia:
Dopo l’insuccesso di Un giorno di regno l’ancor giovane compositore prende un’affrettata decisione: cambiare mestiere e non comporre mai più. In questo precoce gettare la spugna, Verdi è fermamente contrastato da Merelli il quale, nonostante il fiasco, non gli consente di rompere la scrittura, e di lì a poco lo costringe a leggersi un libretto di Temistocle Solera che Otto Nicolai, il futuro autore delle Allegre comari di Windsor, aveva rifiutato. Il titolo dell’opera èNabucodonosor. e Verdi legge, si entusiasma, ma ribadisce il rifiuto riportando il manoscritto in teatro all'impresario, che però glielo rinfila immediatamente in tasca, e spinge energicamente fuori dal camerino il povero Verdi.

Passano cinque mesi, e finalmente Verdi si mette al pianoforte e affronta, per prima, l'ultima scena, cioè l'aria della morte di Abigaille. In agosto l'opera è già compiuta e il 9 marzo del 1842 va in scena al Teatro alla Scala di Milano: con il soprano Giuseppina Strepponi nel ruolo di Abigaille, il baritono Giorgio Ronconi protagonista, e il basso Prosper Dérivis nelle vesti di Zaccaria. È un successo colossale. Se le repliche non sono più di otto, è solo perché si è giunti alla fine della stagione. Ripresa la stagione il 13 agosto del 1842, l'opera conta altre cinquantasette repliche ad andare alla fine dello stesso anno.

Innumerevoli teatri italiani e alcuni stranieri la accolgono negli anni immediatamente successivi. In uno di questi, il San Giacomo di Corfù, nel settembre 1844 il nome del protagonista e del titolo, diventano definitivamente Nabucco

Il libretto, Temistocle Solera l'aveva liberamente tratto dall'omonimo dramma di Anicet-Bourgeois e Francis Cornue, andato in scena nel 1836 all'Ambigu-Comique di Parigi, e anche dall'omonimo ballo che il coreografo Antonio Cortesi ne aveva ricavato nel 1838 per la stessa Scala di Milano.



martedì 27 novembre 2012

Tra le montagne e i colori più belli del mondo

Cliccate qua!

Le Dolomiti rappresentano un vero e proprio monumento naturale, riconosciuto Patrimonio dell’Umanità UNESCO, che regalano un’esperienza indimenticabile agli appassionati di sci e sport invernali.

La regione custodisce, inoltre, tesori d’arte da non perdere, monumenti e architetture che fondono lo stile gotico-austriaco con quello rinascimentale italiano.
L’itinerario di scoperta della regione inizia a Trento, famosa per aver ospitato il Concilio Ecumenico, con la sua cattedrale in stile romanico lombardo e il Castello del Buonconsiglio.

Seconda tappa è Bolzano, la “Porta delle Dolomiti”, città simbolo del connubio tra cultura latina e tedesca, come è testimoniato dal suo duomo gotico.
Altre località di rilievo sono Rovereto con i suoi musei, castelli, l’Eremo di San Colombiano, la grande ”campana della pace” e il Mart, nuovo polo dell’arte moderna e Riva del Garda, con il Palazzo Pretorio e la Rocca del XII sec, dall’aspetto austero ed elegante.
Numerosi anche i santuari, tra cui  il santuario di Montagnaga di Pinè e Madonna del Monte di Rovereto.
Ricchi di fascino sono i castelli della regione, tra cui il Castel Tirolo, e il Castel Roncolo, di Appiano o quello di Beseno, che offre un incantevole panorama.

venerdì 16 novembre 2012

La similitudine


La similitudine è una particolare trasformazione geometrica, contenuta nel piano o nello spazio, che conserva i rapporti tra le distanze. Questo vuol dire che, per ogni similitudine f, esiste un numero reale positivo k tale che
d(f(A),f(B))=k\cdot d(A,B)
per ogni coppia di punti (A,B).
Ogni similitudine si può ottenere dalla composizione di una omotetia ed una isometria, o viceversa.
Queste trasformazioni mantengono la "forma" (non vengono modificati gli angoli) dell'oggetto, pur cambiandone la posizione, l'orientazione o la grandezza; quindi due oggetti simili hanno la stessa "forma".

ESEMPI

Due circonferenze nel piano sono sempre simili. Tutti i quadrati sono simili: più in generale, tutti i poligoni regolari con un numero fissato di lati e la stessa ampiezza degli angoli, sono simili.
Tutte le parabole sono simili fra loro, mentre ellissi ed iperboli non lo sono necessariamente.
Quando due oggetti  P  e  Q  sono simili, si scrive generalmente
 P\sim Q\,\!.



La Ginnastica Artistica**

L'Artistica è espressione dell'anima, del corpo...è la possibilità di liberare ogni tuo sogno e farlo volare in alto fino al cielo...Ginnastica artistica è la possibilità di esprimere a pieno le tue emozioni solo con l'aiuto del corpo...è libertà, è amore, è gioia...






La prima caduta stupida che uno fa è quella che poi ti farà decidere se continuare o no con la ginnastica. E la maggior parte delle volte accade in trave. È difficile che una giovane ginnasta faccia la prima caduta stupida alle parallele perchè non fa ancora elementi difficili, mentre alla trave si può cadere su qualsiasi cosa. Io stavo solo camminando sulla trave! Dopo, o trovi il coraggio di ripetere l’elemento o non torni più in palestra! Il coraggio è obbligatorio nel nostro sport.







La prima cosa che ti insegnano quando impari elementi con fase di volo è come cadere in modo corretto. Non sento alcun dolore durante le gare ma mi viene solo da chiedermi “Come sono arrivata qui? Perchè sono a terra?;



Non scappo da una sfida per la paura. Invece, corro verso di essa, perché l'unico modo per sfuggire la paura è quello di calpestarla sotto i nostri piedi;









martedì 6 novembre 2012

Jazz

PRE-JAZZ 


Molti sono gli antenati del jazz: reminiscenze della musica africana, canti e richiami di lavoro, canti religiosi spiritual delle chiese protestanti, canto blues degli afroamericani, ragtime pianistico di derivazione euro-americana, musica europea per banda militare e perfino echi dell'opera lirica sono i più importanti elementi che hanno contribuito a questa fortunata e geniale sintesi artistica.

Le radici del jazz affondano nella cultura musicale africana della vita di tutti i giorni degli schiavi neri (sebbene molto contaminata dalle culture europee, soprattutto inglesi e francesi, dominanti nel sud degli Stati Uniti). Queste persone avevano con sé una tradizione che esprimevano mentre lavoravano (i cosiddetti "field hollers" e "work song"), mentre pregavano (gli "spiritual", che negli anni trenta del XX secolo avrebbero dato origine al "gospel") e durante il loro tempo libero. Già nel 1819 l'architetto Benjamin LaTrobe lasciò testimonianze scritte e disegni di feste di schiavi che si riunivano in Congo Square, una piazza della città, per ballare e suonare usando strumenti e musiche improvvisate.

Nel corso del XIX secolo e soprattutto nella seconda metà, le tradizioni musicali afroamericane iniziarono a trovare eco in spettacoli d'intrattenimento, attraverso varie forme di rappresentazione, delle quali forse le più famose erano i "Minstrel show" che in una cornice carica di stereotipi razziali rappresentavano personaggi tipo dell'afroamericano. Le musiche di scena di questi spettacoli erano rielaborazioni di musiche afroamericane (o presunte tali).

Da questo substrato musicale emerse, alla fine dell'Ottocento, un canto individuale che venne chiamato blues e che ebbe una vasta diffusione, anche attraverso i nascenti canali commerciali, tra la popolazione afroamericana. La combinazione armonica e melodica che si trova nel blues non ha riscontro nella musica occidentale (eccetto almeno una ballata irlandese risalente al 1600 che ha struttura in 12 battute e giro armonico tipico del blues più arcaico e tradizionale) e si ritrova nel jazz fino dalle origini.


Il rock è nato grazie al Jazz. Il jazz è un genere musicale di origine statunitense nato nei primi anni del XX secolo nelle comunità afroamericane del sud degli Stati Uniti. Frutto di una confluenza di tradizioni musicali africane ed europee, le sue caratteristiche peculiari sono l'uso intenso di improvvisazione, il ritmo swing spesso sincopato, la poliritmia e il tono malinconico dato dall'uso delle blue note.
Sin dai primi tempi il jazz ha incorporato nel suo linguaggio i generi della musica popolare americana, dal ragtime, al blues, alla musica leggera e colta dei grandi compositori americani. In tempi più recenti il jazz si è mescolato con tutti i generi musicali moderni anche non statunitensi, come il samba, la musica caraibica e come il rock.
Il jazz si è trasformato, nel corso di tutto il XX secolo, evolvendosi in una gran varietà di stili e sottogeneri: dal dixieland di New Orleans dei primi anni, allo swing delle big bands negli anni trenta e quaranta, dal bebop della seconda metà degli anni quaranta, al cool jazz e al hard bop degli anni cinquanta, dal free jazz degli anni sessanta alla fusion degli anni settanta, fino alle contaminazioni con il funk e l'hip hop dei decenni successivi.
Deculturazione : Togliere la cultura 
                        Togli il nome
                        La lingua
                        La religione
                        Il modo di vestire ecc.. 




COME NASCE : 



IL COMMERCIO TRIANGOLARE
Nelle  acque  dell' Oceano  Atlantico  si  svolse  un  lucroso  "commercio  triangolare"che  aveva  come  poli  l' Europa  l'  Africa  e l' America.
 Le  colonie  dei  Caraibi  e il  Brasile  davano all' Europa  zucchero, caffè, cacao, tabacco e le  regioni  artiche  pellicce.
Dal  canto  loro, gli  insediamenti  in  America  richiedevano  manufatti  europei ( tessuti,armi, utensili ) perché  ogni  stato  europeo controllava  il  commercio  con  le  proprie  colonie imponendo i prezzi delle merci e  vietando  loro  di  costruire  attività  industriali.
Sulle  acque  dell' Oceano  Atlantico si  delineava  un gigantesco  traffico, il cosiddetto <commercio triangolare>,che  prevedeva  tre  tappe:
Prima  tappa: dall' Europa  all' Africa, sulla  costa  degli schiavi ( oggi Senegal , Gambia , Guinea , Sierra Leone , Benin ).Gli  schiavi  erano  barattati  con  prodotti  europei : oggetti  di  cuoio  e  in  vetro , alcolici , lingotti  di  ferro , fucili  e  polvere  da  sparo ,  tessuti  fabbricati  appositamente  per  il  mercato  africano .
Talvolta  il  carico di  schiavi  era  completato  con  qualche  prodotto  locale: gomma , avorio , legni preziosi (la  moneta  usata  per  gli  scambi  era  il  cauris ,una  conchiglia  delle  isole  maldive , che fin  dall' antichità veniva utilizzata con questa  funzione).
Seconda  tappa : dall' Africa  all' America.
Gli  schiavi  erano  trasportati  con le navi e  venduti  nelle  Antille ,  in  Brasile  e  nelle  colonie  inglesi  del  sud  in  cambio  di  denaro  contante .
Terza    tappa: dall' America  all' Europa . Venduti  gli  schiavi , le  navi  rientravano  in  Europa  con  le  stive  piene  di  prodotti  tropicali .  La  durata  media  di  questo  circuito  era  di 18 mesi .





 Libro consigliato . '' LE RADICI '' di Alex Haley :
Trama : Le vicende narrate in RIn un'asta di schiavi, Kunta viene venduto per 850 dollari a John Waller della contea di Spotsylvania, in Virginia. Waller lo battezza "Toby" e lo mette a lavorare nelle sue piantagioni.
Negli anni successivi Kunta tenta ripetutamente la fuga; ogni volta viene ripreso e punito sempre più severamente. Al suo quarto tentativo di fuga viene punito con l'amputazione di una parte del piede destro, per impedirgli di correre.
Infuriato dall'aggressione, il fratello di John Waller, il Dottor William Waller, acquista Kunta da suo fratello permettendogli di guarire grazie alle cure di Bell, cuoca all'interno della sua "grande casa". Bell, cordiale schiava, nata in America, riesce pazientemente a stringere una relazione con l'alto e allo stesso tempo introverso africano.
Kunta lavora per parecchi anni come ortolano del Dott. Waller e in seguito come suo cocchiere fino a quando non trova il coraggio di chiedere a Bell di sposarlo. Lei accetta e, in età piuttosto avanzata, i due hanno una figlia. Kunta insiste nel chiamarla Kizzy, un nome africano, al posto di Mary, come invece avrebbe preferito Bell.
In Kizzy, Kunta investe tutti i suoi sforzi per non farle dimenticare che lei discende da una popolazione libera e orgogliosa. Le insegna molti termini africani e le ripete pazientemente la storia della sua cattura e vendita, una storia che dovrà essere tramandata ai suoi nipoti e a loro volta ai suoi pronipoti.
All'età di sei anni, Kizzy diventa grande amica di Missy, nipote del Dott. Waller, con grande costernazione di Kunta. Man mano che il tempo passava, Kizzy cresceva meno vicina ai suoi genitori e più attaccata a Missy, la quale la considerava come il suo giocattolo personale. Grazie a Missy, Kizzy impara segretamente a leggere, cosa proibita ad uno schiavo. Questo finisce per essere la sua rovina, in quanto dieci anni dopo Kizzy si innamora di uno schiavo delle piantagioni. Quando lei gli confida di saper leggere e scrivere, lui la implora di falsificare un lasciapassare che gli possa permettere la fuga, e lei accetta. Il giorno successivo, i cacciatori di schiavi che avevano catturato, torturato e ucciso il ragazzo scappato, arrivano alla piantagione del Dott. Waller, raccontandogli tutto. Secondo le regole della piantagione, chi scappa o aiuta a scappare viene venduto immediatamente. Kizzy viene strappata dai suoi genitori e trascinata ad un'asta di schiavi, destinata a non vedere mai più Kunta e Bell.
Kizzy viene venduta all'asta a un proprietario di schiavi depravato del Nord Carolina, di nome Tom Lea. Durante la prima notte di Kizzy alla piantagione, il suo padrone ubriaco le fa delle volgari avances sessuali. Quando lei rifiuta di fare del sesso con lui, questo la violenta brutalmente nel granaio e subito dopo lascia una moneta da 25 centesimi in un barattolo posto vicino il letto di Kizzy, come ringraziamento per i suoi servizi. Egli continua ad abusare della ragazza parecchie volte a settimana, lasciandole una moneta ogni volta, fino a quando non è incinta di cinque mesi. Kizzy dà alla luce un figlio al quale il suo padrone insiste nel dargli un nome europeo e non uno africano. Il bambino viene chiamato George.
Quando nasce George, Kizzy, che ha solo 17 anni, è spaventata nel vedere che la pelle di suo figlio è leggermente colorata e non nera come l'ebano come la sua. La sua vergogna è profonda. Gli altri schiavi della piantagione le consigliano di dimenticarsi del padre, benché egli continui a farle visita frequentemente durante la notte. I continui abusi conducono Kizzy in depressione. Ma quando il padrone Lea la lascia finalmente stare dopo due anni, Kizzy si unisce agli altri schiavi e si prende cura di suo figlio più amorevolmente possibile, come fosse stato un bambino nato da una storia d'amore e non da uno stupro.
Grazie all'amore di Kizzy, George cresce sereno, e viene preso a lavorare dal padrone nelle stalle della tenuta. Qui diventa ben presto un eccellente allevatore di galli da combattimento, al punto di ricevere il soprannome di Chicken George ("gallo George"). Conosce e sposa Matilda da cui avrà otto figli, ai quali, sempre narrerà la storia del loro antenato africano. Il libro si interessa soprattutto del quarto figlio. Tom che diverrà un'abile fabbro e sposerà Irene da cui avrà sette figli. Nel frattempo c'è stata la guerra civile americana e gli schiavi hanno ottenuto la libertà. Chicken George (nel frattempo rimasto vedovo) e Tom, con tutti i loro parenti ed altri ex-schiavi, si spostano in Tennessee dove sta nascendo una nuova città e la terra viene assegnata a coloro che s'impegnano a lavorarla.
Superate le difficoltà iniziali, Tom riesce a farsi una buona reputazione come fabbro e la famiglia riesce pian-piano a progredire. La figlia minore, Cynthia sposerà Will Palmer, che da dipendente in una segheria, in breve ne diverrà il proprietario, primo uomo di colore ad essere titolare di un'attività, nella regione. La loro figlia Bertha sarà la prima della famiglia a poter studiare all'università, dove conoscerà e sposerà, uno studente di agricoltura, futuro professore nella medesima università: Simon A. Haley. Dalla loro unione nascerà Alex Haley autore del libro. L'ultima parte del romanzo è dedicata alla descrizione sommaria dei dodici anni di ricerche che sono stati necessari ad Haley per ricostruire l'intera storia, partendo dai racconti, tramandati dagli antenati insieme ad alcune parole, in Lingua mandinka (ma lui inizialmente non sapeva che si trattasse di tale lingua) che gli permisero di individuare il villaggio nella valle del fiume Gambia (il Kambi Bolongo della tradizione) in cui era nato Kunta Kinte.










IL BLUES: CANZONE PRINCIPE DEL JAZZ INIZIALE , CANZONE TRISTE , GLI MANCE DUE NOTE C'è UNO SCIVOLAMENTO



Il blues è una forma musicale vocale e strumentale la cui forma originale è caratterizzata da una struttura ripetitiva di dodici battute e dall'uso, nella melodia, delle cosiddette blue note.
Le radici del blues sono da ricercare tra i canti delle comunità di schiavi afroamericani nelle piantagioni degli stati meridionali degli Stati Uniti d'America (la cosiddetta Cotton Belt). La struttura antifonale (di chiamata e risposta) e l'uso delle blue note (un intervallo di quinta diminuita che l'armonia classica considera dissonante e che in Italia valse al blues il nomignolo di musica stonata) apparentano il blues alle forme musicali dell'Africa occidentale.
Molti degli stili della musica popolare moderna derivano o sono stati fortemente influenzati dal blues.
Sebbene ragtime e spiritual non abbiano la stessa origine del blues, questi tre stili musicali afroamericani si sono fortemente influenzati tra loro. Altri generi sono derivazioni o comunque sono stati fortemente influenzati da questi: jazz, bluegrass,rhythm and blues, talking blues, rock and roll, hard rock, hip-hop, musica pop in genere.
La ricerca musicale di molti artisti ha portato il blues, e soprattutto il jazz, a contatto con molteplici realtà musicali, creando stili sempre nuovi e differenti.


SPIRITUAL 

Lo spiritual è una musica afro-americana, usualmente con un testo religioso cristiano. Originariamente monofonica e a cappella, questo genere musicale è antecedente al blues. Lo spiritual è l'antenato del jazz. Solitamente gli schiavi neri cantavano queste canzoni, accompagnandosi con rumori prodotti da coperchi di pentole e lattine, al fine di battere il tempo. Lo spiritual era un canto spirituale, come dice il nome stesso, che veniva dedicato a Dio per alleviare i dolori e le sofferenze della schiavitù. I termini nero spiritualblack spiritual, e afro-american spiritual sono tra loro sinonimi; nel XIX secolo il termine jubilee era più diffuso (soprattutto tra gli afroamericani; i bianchi spesso chiamavano queste canzoni degli schiavi). Qualche musicologo invece li chiama canti folk degli afroamericani. 


GOSPEL:  CANTO DEL VANGELO 

Il termine musica Gospel può riferirsi sia (strettamente) alla musica religiosa che emerse nelle chiese afroamericane negli anni 30 sia alla musica religiosa composta e suonata da artisti, di qualunque etnia del sud degli States.
La separazione tra i due stili, infatti, non fu mai assoluta: entrambi nascono dalla tradizione degli inni metodisti.
Tuttavia, anche se alcuni brani di una scuola sono mutuati dall'altra, la netta divisione tra America nera e America bianca e tra chiesa nera e chiesa bianca, tenne le due correnti divise. Anche se queste divisioni si sono leggermente allentate nei precedenti 50 anni, le due tradizioni restano tuttora distinte.
In entrambe le tradizioni alcuni artisti, come Mahalia Jackson, si limitano ad apparire in contesti puramente religiosi (Gospel in inglese significa Vangelo), mentre altri, come il Golden Gate Quartet o Clara Ward, cantano anche nei night club.
La maggior parte degli artisti, come i Jordanaires, Al Green e Solomon Burke tende a suonare in entrambi i contesti. È frequente che includano un pezzo religioso in una performance secolare, sebbene non succeda quasi mai il contrario.

WORK SONG: CANTO SUL LAVORO 
LA BALLATA:
La ballata è una forma di poesia chiamata anche canzone a ballo perché destinata al canto e alla danza, è un componimento che si trova in tutte le letterature di lingua romanza e ha una particolare struttura. Inoltre era particolarmente caratteristica della poesia popolare Britannica e Irlandese dal periodo del Tardo Medioevo fino al 1800; usata ampiamente in Europa e più tardi in America, Australia e in Nord Africa. Questo tipo di poesia fu spesso utilizzata dai poeti e dai compositori a partire dal 1700 per produrre ballate liriche.



giovedì 25 ottobre 2012

Database




In informatica, il termine database, banca dati o base di dati, indica un archivio dati, o un insieme di archivi, in cui le informazioni in esso contenute sono strutturate e collegate tra loro secondo un particolare modello logico (relazionale, gerarchico, reticolare o a oggetti) e in modo tale da consentire la gestione/organizzazione efficiente dei dati stessi grazie a particolari applicazioni software dedicate (DBMS), basate su un'architettura di tipo client-server, e ai cosiddetti query language per l'interfacciamento con le richieste dell'utente (query di ricerca o interrogazione, inserimento, cancellazione ed aggiornamento).
Il termine database può dunque indicare contemporaneamente:
l'archivio a livello fisico (hardware) cioè il sistema con i supporti di memorizzazione che contengono i dati stessi e il processore per l'elaborazione di questi (database server);
l'archivio a livello logico cioè i dati strutturati e la parte software cioè il database management system (DBMS) ovvero quella vasta categoria di applicazioni che consentono la creazione, manipolazione (gestione) ed interrogazione efficiente dei dati.
Informalmente e impropriamente, la parola "database" viene spesso usata quasi unicamente per indicare il database management system (DBMS) riferendosi dunque alla sola parte software.
Nei database più moderni ovvero quelli basati sul modello relazionale i dati vengono suddivisi per argomenti (in apposite tabelle) e poi tali argomenti vengono suddivisi per categorie (campi) con tutte le possibili operazioni di cui sopra. Tale suddivisione e funzionalità rende i database notevolmente più efficienti rispetto ad un archivio di dati creato ad esempio tramite file system di un sistema operativo su un computer almeno per la gestione di dati complessi.
La diffusione dei database, e dei relativi sistemi DBMS di gestione, nei sistemi informativi moderni è enorme e capillare essendo un componente base di un sistema informativo attraverso il rispettivo sistema informatico: si pensi a tutte le attività commerciali di gestione di magazzino, gestione clienti, a sistemi di immagazzinamento di dati personali o pubblici nella pubblica amministrazione e nelle imprese private (es. banche e aziende), contabilità ecc. La gestione e lo sviluppo dei database attraverso DBMS è diventata nel tempo una branca a tutti gli effetti dell'informatica moderna.

martedì 23 ottobre 2012

Le scuole nazionali dell'Ottocento


Le “Scuole nazionali”
Nella seconda metà dell’Ottocento abbiamo il fiorire delle cosiddette “Scuole nazionali” , frutto di
esigenze diversificate, anche se riconducibili in vario modo sia alla ricerca delle matrici etniche di
vari popoli europei che all’esigenza di una rivincita sull’egemonia musicale tedesca, affermatasi
alla fine del Settecento con la cosiddetta “triade classica” viennese e confermatasi incontrastata col
Romanticismo: in alcuni paesi, come la Russia, troviamo anche una forte motivazione al riscatto
sociale, in altri, come la Boemia e l’Ungheria, troviamo una concreta aspirazione all’indipendenza
politica dall’impero austro-ungarico; in altri ancora, come i paesi nordici, si evidenzia una ricerca
del  colore  ambientale.  Da  una  tale  ricerca  scaturisce  una  musica  che  contiene  elementi  di
ispirazione popolare, ma “colta” a tutti gli effetti: non si tratta assolutamente di musica popolare.
Russia
La  nascita  della  cosiddetta  “scuola  nazionale  russa”  coincide  con  il  tardivo  risveglio  di  una
coscienza nazionale a lungo sopita, nelle classi più elevate, a seguito di un secolare vassallaggio
culturale francese. Se la letteratura russa vanta scrittori come Turgenev, Dostoevskij, Tolstoj, la
musica   si  avvale  di  compositori  come  Michail  Glinka  (1804-  1857)  padre  del  melodramma
nazionale russo, con l’opera “Una vita per lo zar”; protagonista è il popolo, rappresentato dalla
massa corale.
Il Gruppo dei Cinque: Nikolaj Rimskij Korsakov e Modesto Musorgskij
Il Gruppo dei Cinque fu fondato a Pietroburgo nel 1856 da Balakirev e da Cui; questi musicisti, a
cui si unirono Musorgskij nel 1857, R. K. nel 1861 e Borodin nel 1862, si impegnarono a creare,
sull’esempio di Glinka, le basi di una musica nazionale russa libera dalle forme accademiche ed
ispirata  al  folklore  ed  al  canto  liturgico  russo. All’interno  del  gruppo, che fu affiancato  dal
compositore Dargomižskij e dal critico Stasov,  R. K. ebbe la duplice funzione di compositore
autonomo nell’elaborare una personale visione del nazionalismo russo nel teatro musicale, e di
custode ed organizzatore della disordinata attività musicale di Musorgskij e Borodin. In effetti il
Gruppo dei Cinque, nonostante gli sforzi di Balakirev e di Stasov per definire un ideale nazionale,
non era particolarmente coeso, ma al suo interno si delineavano delle personalità e dei percorsi
artistici differenziati: Borodin seguì in modo molto moderato i principi antioccidentali di Balakirev
e compose musiche cameristiche legate allo stile occidentale classico- romantico; la sua opera
principale, Il principe Igor, alla quale lavorò per 17 anni, rimase incompiuta e fu completata da R.
K.; Musorgskij fu fedele allo sperimentalismo antioccidentale, che approfondì in campo teatrale
con le opere Il Matrimonio e soprattutto Boris Godunov, ispirato all’omonimo dramma di Puskin, e
Kovancina. Dopo la sua morte prematura R. K. revisionò e ripropose una propria ristrumentazione
delle  ultime  due opere  citate,  per renderle  più  fruibili   al  pubblico,  eliminando  dissonanze  e
raddolcendo armonie troppo crude, da lui interpretate come deficienze tecniche e successivamente
rivalutate come anticipatrici del linguaggio musicale novecentesco.  R. K. ebbe il grande merito di
aver contribuito alla diffusione  in patria ed all’estero, soprattutto in Francia, delle due opere, grazie
anche alla sontuosità dell’orchestrazione,  che le avvicinava  allo spirito del grand-opéra, allora
dominante anche in Russia. Nell’attività di revisore di  R. K. sono evidenti le sue convinzioni
riguardo alla necessità di una preparazione musicale più solida di quella che gli era stata fornita in
gioventù e che era stata alimentata dai consigli abbastanza liberi e spregiudicati di Balakirev,
propugnatore  di  una  sorta  di  dilettantismo  musicale  non  condizionato  dall’accademismo
occidentale:  Balakirev  definiva  Bach  una  macchina  per  comporre,  mentre  R.  K. maturò  la
convinzione che il contrappunto fosse il linguaggio poetico di questo geniale musicista e che tutta la
musica contemporanea gli fosse debitrice. L’amore per il bel suono e per la perfezione in senso

classico erano estranei allo stile di Musorgskij ma non a quello di R. K., che si avvalse della guida
di  Čajkovskij  e  dei  principali  trattati  di  armonia  occidentali,  approfondendo  la  tecnica  degli
strumenti a fiato e ricavando una abilità di strumentazione sbalorditiva. In tal modo egli divenne,
per  un  verso,  una  sorta  di  consulente  tecnico  del  Gruppo  dei  Cinque,  per  un  altro  verso  fu
l’intermediario fra le tendenze nazionalistiche del gruppo e le influenze occidentali. Nominato, nel
1871, direttore del Conservatorio di Pietroburgo e, nel 1874, direttore della Scuola libera di musica
fondata  da  Balakirev,  proseguì  nell’apertura  verso  la  musica  occidentale  introducendola  nelle
stagioni concertistiche della scuola stessa, denominate “concerti russi”, che portò anche a Parigi. In
tal modo egli fu il tramite culturale fra i due mondi occidentale e russo e le relative musiche.
In questa sua posizione  intermedia egli costituisce un anello  insostituibile di quel rapporto di
influssi reciproci che legò l’impressionismo francese e la nascente scuola russa; questo rapporto
culminerà,  ai  primi  del  Novecento,  nell’eclettismo  di  Stravinskij,  che  fu  suo  allievo  per  la
strumentazione.
La tecnica orchestrale di R. K., a differenza di quella wagneriana, che somma i timbri orchestrali e
li subordina alla linea  melodica,  dando ad essa minore  o maggiore  volume,  preferisce  invece
frazionare la massa strumentale in timbri singoli puri, esaltandoli anziché confonderli nell’impasto
orchestrale, creando suggestioni di tipo impressionista ed anticipando in questo senso Debussy.
Sono mirabili esempi di questa tecnica la Suite sinfonica  Shéhérazade, ispirata alle  Mille e una
notte,( v. la Guida all’ascolto) e l’Ouverture della  Grande Pasqua russa, composte entrambe nel
1888.
Nota:  in  occasione  del centenario  della  morte  di  Rimskij-Korsakov abbiamo  avuto  modo  di
assistere a Cagliari alla rappresentazione dell’opera:  La leggenda della città invisibile di Kitež e
della vergine Fevronia. Insieme a  Il gallo d’oro, è la più famosa opera di R. K., rappresentata per
la prima volta a Pietroburgo il 20 Febbraio 1907. La sua musica è basata su ritmi e melodie attinti al
canto popolare russo e soprattutto sulla monodia liturgica ortodossa, elaborati in una sontuosa
cornice orchestrale che esalta con forti suggestioni il tono mistico della leggenda popolare. L’opera
attinge i suoi temi dalla ricca messe di fiabe russe, il cui clima favoloso si intreccia con gli elementi
realistici derivanti dalla tradizione letteraria (come nelle precedenti La fanciulla di neve,  del 1882,
Sadko, del 1898).
Nota 2:  Tra le opere non teatrali di  Musorsgkij ricordiamo il poema sinfonico “Una notte sul
Monte Calvo” e, soprattutto, la Suite pianistica “I quadri da un’esposizione”, famosa anche nella
trascrizione orchestrale realizzata, nel ‘900, da Maurice Ravel.
Pëtr Il’ič Čajkovskij
Un  discorso  a  parte  merita  Pëtr  Il’ič  Čajkovskij   (1840-  1893),  compositore  tipicamente
tardoromantico di ispirazione europea, vicino sia all’anima russa che alla cultura e alla musica
occidentale, amante di Mozart come di Glinka, docente al Conservatorio di Mosca, artista e uomo in
perenne conflitto fra il desiderio di una vita normale (che tentò di realizzare nel matrimonio) e la
tendenza all’omosessualità, morto non si sa ancora se di colera o per volontà suicida.
Eleganza e forte espressività caratterizzano tutte le sue opere: ricordiamo le Sinfonie, specie la
Quarta, la Quinta e la Sesta “Patetica”, di tipo programmatico; le opere sinfoniche di ispirazione
letteraria, fra cui l’Ouverture su “Romeo e Giulietta”; i celeberrimi balletti, fra cui “Il lago dei
cigni”,  “La bella addormentata”, “ Lo schiaccianoci”; fra le opere teatrali, “Eugenio Onegin” e
“La dama di picche”.
Di C. ascoltiamo il celebre Concerto per pianoforte e orchestra n.1, soprannominato “Varsavia”.



Il teatro

Il melodramma nell'Ottocento

Durante tutto l'Ottocento si va a teatro per ascoltare la musica e il proprio cantante preferito, ma anche per vedere e per farsi vedere; per sfoggiare abiti sontuosi e raffinati gioielli; per fare pettegolezzi e intrecciare nuovi amori; per concludere affari o accordi politici.
La struttura del teatro sembra fatta apposta per rispondere sia alle esigenze spettacolari dalla rappresentazione sia alle necessità e alle funzioni dell'occasione mondana.


In corrispondenza del secolo o terzo ordine di palchi, vi sono i ridotti , cioè le grandi sale in cui il pubblico si reca per bere, per mangiare al ristorante o per giocare d'azzardo.
Infine nell'ultimo ordine, il cosiddetto Ioggione , prende posto un pubblico più modesto ma entusiasta e molto interessato alla rappresentazione teatrale.