Il Rapporto Brundtland
"Il futuro di tutti noi", rapporto della Commissione Brundtland su ambiente e sviluppo, è stato pubblicato nel 1987.
Lo studio prende avvio sottolineando come il mondo si trovi davanti ad una "sfida globale" a cui può rispondere solo mediante l'assunzione di un nuovo modello di sviluppo definito "sostenibile". Per sviluppo sostenibile si intende "far sì che esso soddisfi i bisogni dell'attuale generazione senza compromettere la capacità di quelle future di rispondere alle loro". "Lo sviluppo sostenibile, lungi dall'essere una definitiva condizione di armonia, è piuttosto processo di cambiamento tale per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l'orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con gli attuali". Tuttavia, se da un lato "lo sviluppo sostenibile impone di soddisfare i bisogni fondamentali di tutti e di estendere a tutti la possibilità di attuare le proprie aspirazioni a una vita migliore" dall'altro nella proposta persiste una ottimistica (per alcuni critici eccessiva) fiducia nella tecnologia che porterà ad una nuova era di "crescita economica": "Il concetto di sviluppo sostenibile comporta limiti, ma non assoluti, bensì imposti dall'attuale stato della tecnologia e dell'organizzazione sociale alle risorse economiche e dalla capacità della biosfera di assorbire gli effetti delle attività umane. La tecnica e la organizzazione sociale possono però essere gestite e migliorate allo scopo di inaugurare una nuova era di crescita economica".
Comunque sia, un aspetto merita di essere sottolineato: la centralità della "partecipazione di tutti": "il soddisfacimento di bisogni essenziali (basic needs) esige non solo una nuova era di crescita economica per nazioni in cui la maggioranza degli abitanti siano poveri ma anche la garanzia che tali poveri abbiamo la loro giusta parte delle risorse necessarie a sostenere tale crescita. Una siffatta equità dovrebbe essere coadiuvata sia da sistemi politici che assicurino l'effettiva partecipazione dei cittadini nel processo decisionale, sia da una maggior democrazia a livello delle scelte internazionali".
Il rapporto è diviso in tre ampi sezioni che disegnano le sfide a cui è chiamata l'umanità:
Parte 1. Preoccupazioni comuni
![]() | un futuro minacciato |
![]() | verso uno sviluppo sostenibile |
![]() | il ruolo dell'economia internazionale |
Parte 2. Sfide collettive
![]() | Popolazione e risorse umane |
![]() | Sicurezza alimentare: sostenere le potenzialità |
![]() | Specie ed ecosistemi: risorse per lo sviluppo |
![]() | Energia: scelte per l'ambiente e lo sviluppo |
![]() | Industria: produrre più con meno |
![]() | Il problema urbano |
Parte 3. Sforzi Comuni
![]() | Gestione dei beni comuni internazionali |
![]() | Pace, sicurezza, sviluppo e ambiente |
![]() | Verso un'azione comune. |
Il volume si chiude con il Sommario dei principi legali proposti per la protezione ambientale e per lo sviluppo sostenibile.
AGENDA XXI
Programma d'azione per lo sviluppo sostenibile
Summit della terra, Rio de Janeiro 1992
Programma d'azione per lo sviluppo sostenibile
Summit della terra, Rio de Janeiro 1992
AGENDA 21
Letteralmente "Programma di azioni per il 21° secolo", documento nel quale viene esposto il programma di attuazione della Dichiarazione di Rio e che affronta temi che vanno dalla demografia al commercio, dal trasferimento delle tecnologie alle istituzioni internazionali, dallo sviluppo rurale agli oceani, ecc., indicando per ciascuno di essi linee d’azione che, sebbene non vincolanti sul piano legale, riflettono il consenso sostanziale dei partecipanti al Summit di Rio.
Tale consenso va verso un modello di "sviluppo sostenibile" più attento alla qualità della vita e capace di mantenere un equilibrio stabile fra l’uomo e l’ecosistema, il cui patrimonio di risorse naturali e biologiche deve essere preservato per il bene delle future generazioni.
L'Agenda 21 si divide in quattro sezioni: *1 Dimensioni sociali ed economiche.
In questo capitolo si analizzano i problemi dello sviluppo e i fattori umani che lo determinano, insieme ad aspetti chiave del commercio e della presa di decisioni politiche.
2 Conservazione e gestione delle risorse per lo sviluppo
E' la sezione più consistente dell'Agenda e presenta il ventaglio di risorse che debbono essere considerate per potere raggiungere uno sviluppo sostenibile a livello locale, nazionale e globale.
3 Rafforzamento del ruolo della società civile
Si riconosce la necessità di potenziare la partecipazione della comunità locale, attraverso i suoi differenti gruppi, per riuscire laddove i governi non possono agire da soli. L'Agenda 21 sottolinea che la componente essenziale per il raggiungimento dei suoi obiettivi è la partecipazione massiva e responsabile a livello locale, nazionale e mondiale, dei giovani, delle donne, dei popoli indigeni, delle ONG di cooperazione Nord-Sud, dei contadini, delle autorità locali, dei sindacati, del mondo degli affari e dell'industria, della comunità scientifica e tecnologica.
4 Mezzi di esecuzione
Tratta sui mezzi per raggiungere un futuro ambientalmente sostenibile. Include aspetti tecnici, finanziari, educativi, legali, istituzionali, ecc.
Le azioni prioritarie dell'Agenda 21 raggruppate nell'ambito dei grandi argomenti sociali, sono:
1 Costruzione di un mondo prospero (Rivitalizzazione della crescita con criteri sostenibili)
Implica un miglioramento della gestione dei processi di sviluppo, integrandoli con il medio ambiente a tutti i livelli del processo decisionale politico e economico, con strumenti fiscali. Viene auspicato il consolidamento dell'economia di mercato
2 Costruzione di un mondo giusto (vita sostenibile per tutti)
Implica l'esistenza di azioni coordinate per ridurre considerevolmente (a lungo termine) la povertà in tutto il mondo; per assicurare un'esistenza sana ed equa per tutti; per raggiungere in tutti i paesi un modello di consumo che riduca sensibilmente il degrado ambientale, lasciando quindi "spazio" per le economie in crescita del mondo in via di sviluppo.
3 Costruzione di un mondo vivibile (sviluppo dei nuclei urbani)
Implica il ripensamento della gestione dei nuclei abitativi in modo di evitare il collasso delle metropoli, ridurre l'estensione delle periferie degradate e sanare il deterioramento sociale dovuto ad una crescita incontrollata della popolazione urbana. Si auspica una gestione indirizzata a elevare la qualità delle abitazioni, della rete idrica, dell'energia, del trasporto e di altri servizi affinché si incida sul problema dell'inquinamento urbano e dello smaltimento dei rifiuti solidi e delle acque di scarico.
4 Promozione di un mondo fertile (utilizzazione efficiente delle risorse)
Si centra sull'urgenza di invertire la distruzione delle risorse naturali e di applicare strategie di gestione per l'utilizzazione sostenibile della terra, dell'acqua potabile, delle risorse biologiche e genetiche, della biotecnologia e dell'energia. Integrando la sua utilizzazione nello sviluppo socioeconomico, e producendo l'ottimizzazione della produzione agricola.
5 Promozione di un mondo condiviso (risorse globali e regionali)
Implica una strategia generale per la gestione e l'uso responsabile e giusto delle risorse situate al di fuori dei limiti di giurisdizione nazionali. Include programmi di azione riguardo l'atmosfera, gli oceani e i mari. Si sottolinea il ruolo della cooperazione globale come mezzo per proteggere queste risorse.
6 Promozione di un mondo pulito (gestione dei prodotti chimici e dei rifiuti tossico-nocivi)
Si basa sulla riduzione della produzione di residui, il loro riciclaggio in attività produttive, la ricerca sullo smaltimento sicuro dei rifiuti tossico-nocivi e delle penalità per il traffico illecito degli stessi.
I sei punti menzionati costituiscono la base dei programmi di attuazione destinati ad accrescere l'uso sostenibile delle risorse naturali per lo sviluppo umano, assicurando altresì livelli di qualità della vita equi in un medio ambiente pulito e sostenibile
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